Si parla spesso di autismo, delle caratteristiche di un bambino autistico e delle strategie per accompagnarlo nel percorso di crescita. Ben poco, però, si parla di quali siano i campanelli d’allarme che un genitore può identificare per riconoscere questa patologia.
Di seguito vedremo 5 segnali tipici dell’autismo in modo da accrescere la consapevolezza, identificarlo precocemente e fare le dovute verifiche con uno specialista. Riconoscere precocemente questa patologia permette di intervenire tempestivamente in modo da avere un importante possibilità di recupero sulla sintomatologia. Quanto più il trattamento è precoce tanto più ci sarà possibilità di recupero. L’intervento tempestivo già ai primi segnali risulta fondamentale poiché apporta un grande miglioramento nella qualità di vita del soggetto e della famiglia, per cui, il fatto di saper riconoscere i segnali specifici dell’autismo, rappresenta un valido aiuto. I primi sintomi compaiono già nei primi anni di vita e la diagnosi di disturbo dello spettro dell’autismo può essere fatta intorno ai 3-4 anni.
- Linguaggio ristretto o assente
Il bambino autistico non parla o parla poco ma può anche verificarsi una regressione nel linguaggio, vale a dire che il bambino che sviluppa normalmente l’abilità linguistica ad un certo punto ha un peggioramento o un’improvvisa scomparsa del linguaggio. Qualora il linguaggio si sia sviluppato, il bambino potrebbe anche utilizzarlo in modo errato o anomalo: parlando con un tono di voce o con un ritmo anomali, prendendo ciò che viene detto alla lettera (scarso senso dell’umorismo), ripetendo continuamente le stesse parole o frasi, ripetendo ciò che dicono gli altri o sente in tv.
- Contatto oculare ridotto o assente
Il bambino con autismo tende a non guardare negli occhi le persone e non aggancia visivamente gli oggetti. Può capitare che non risponda quando lo si chiama e può dare l’impressione di non ascoltare quando gli si parla, dal momento che non si gira a guardare.
- Comportamenti rigidi e ripetitivi
Il bambino con disturbo dello spettro autistico manifesta una certa rigidità rispetto ai propri comportamenti, attività ed interessi risultando inflessibile ad un eventuale cambiamento. Egli infatti segue una routine fissa (ad esempio: vuole eseguire sempre lo stesso percorso) mostrandosi ostile ad un eventuale cambio di routine (fa i capricci nel caso in cui si verifichi un cambiamento durante la giornata rispetto al programma iniziale. Anche una semplice posticipazione o anticipazione di un evento può creare scompiglio). Trascorre molto tempo osservando oggetti in movimento come l’oblò della lavatrice o il ventilatore in funzione. Mostra un interesse ossessivo nei confronti di oggetti che riordina in un certo modo e riesce a memorizzare alcuni particolari solitamente insignificanti. I comportamenti ripetitivi più diffusi sono: dondolarsi avanti e indietro, muovere le mani davanti al viso, tapparsi le orecchie, produrre versi con la bocca, sfarfallare le mani, accendere e spegnere le luci, allineare giochi o oggetti. Tendenza ad assumere posture anomale o adottare modi bizzarri di muoversi (es. camminare in punta di piedi).
- Difficoltà a relazionarsi
Il bambino con autismo mostra ridotto interesse a relazionarsi con le altre persone e propensione a stare da solo. Predilige giochi solitari e non ama giocare insieme ad altri bambini. Non predilige i giochi di tipo immaginativo (il cosiddetto gioco simbolico in cui bisogna immaginare di svolgere un’azione “facendo finta di”: cucinare, mangiare, telefonare ecc…). Non risponde ai gesti dell’adulto (ad esempio: non risponde al “ciao” con la mano) e non ne produce di propri (ad esempio: non indica), non ricambia i sorrisi e non imita i movimenti e le espressioni facciali dell’adulto. Mostra difficoltà a riconoscere le emozioni ed entrare in empatia con l’altro.
- Sensibilità a stimoli sensoriali
Si tratta di bambini che non tollerano suoni troppo forti o meglio dire percepiscono i suoni in maniera più amplificata rispetto al normale provando un fastidio tale da coprirsi le orecchie oppure emettere suoni con la bocca (o digrignare i denti) per coprire i suoni sottostanti e produrne di più forti. Non amano essere toccati, abbracciati o presi in braccio risultando indifferenti all’affetto dei propri cari. Possono reagire in modo inusuale anche a odori e consistenze tanto da risultare molto selettivi con il cibo (assumendo un’alimentazione atipica). Non tollerano l’acqua o alcune attività quali: fare la doccia, farsi tagliare i capelli, andare dal dentista, lavarsi il viso o i denti. Possono mostrare scarsa o nessuna reazione al dolore.
Riassumendo quanto detto, la vita relazionale di un bambino con disturbo dello spettro dell’autistismo appare compromessa data la difficoltà di comunicare con gli altri attraverso le parole, lo sguardo e i gesti. Inoltre, presenta un repertorio di comportamenti rigido, scarsamente flessibile e talvolta ossessivo, con una gamma limitata di attività e interessi; risultano, altresì, sensibili agli stimoli sensoriali. Caratteristiche, queste, che, se osservate con scrupolosità e identificate in tempo, possono giovare di un intervento precoce migliorando la qualità di vita del bambino e della sua famiglia.
Dott.ssa Angela Ficicchia